Attacco israeliano, l’amico Joe tra gli attivisti prigionieri


Joe Fallisi ha rifiutato il rimpatrio in Italia ed è stato arrestato

Joe Fallisi

AGGIORNAMENTI
(da Repubblica on line) sul rilascio dei sequestrati

Sulla flottiglia multinazionale di attivisti filo-palestinesi in navigazione
verso la Striscia di Gaza con un carico di aiuti umanitari e assalita l’altra
notte dalle forze israeliane c’èra anche il caro amico Joe Fallisi,  rimasto
illeso: Joe, tra l’altro anche attivista vegan per la liberazione animale, è
stato arrestato essendosi rifiutato di rientrare in Italia.

Fallisi è molto conosciuto per la sua militanza
anarchica e per il suo impegno a favore del popolo palestinese. Nel gennaio
scorso aveva partecipato alla ‘Gaza Freedom March’ e aveva intrapreso uno
sciopero della fame al Cairo contro le autorità egiziane che gli negavano il
lasciapassare per la Striscia. All’agenzia online InfoPal, che pubblica notizie
sulla Palestina, aveva scritto una lettera: «Carissimi, oggi è il nono giorno di
sciopero della fame. Quel che sto facendo, per la libertà di movimento mia, ma
soprattutto dei martiri palestinesi di Gaza, non è niente rispetto a quel che
subiscono loro. Circondati ormai da due muri, tra poco non potranno più
scegliere di non mangiare… saranno costretti a farlo»

 

L’attacco israeliano

 

Non era la prima volta che andava a Gaza, c’era già
stato un paio di volte con la stessa associazione. Questa volta l’azione della
marina israeliana ha colpito: ha puntato contro il convoglio Freedom Flotilla
che si stava dirigendo verso la Striscia per forzare il blocco e portare aiuti
umanitari. I militari hanno sparato contro una nave turca. Le autorità
israeliane riferiscono di almeno dieci morti. In un primo momento si era parlato
di 19 vittime. Decine i feriti. Insieme a Fallisi componevano la delegazione
italiana anche una giornalista free-lance torinese,  Angela Lano,
l’attivista-reporter Manolo Luppichini (anche lui da noi conosciuto durante il
g8 genovese), il fotografo e video-operatore free-lance Manuel Zani e due
palestinesi (Tamim Abdel Jaber e Munim Qaraqedue) residenti in Italia e
impegnati nel
sociale.                                                                                                                                                               
;   

“Sarò sulla Flottiglia della libertà. Direzione Gaza.
Sarò con centinaia di attivisti e non potrei essere più felice”-ci ha detto Joe
poche settimane fa, con il suo solito entusiasmo e coraggio-". Felicità spenta
con le armi.  Feroce l’assalto israeliano contro la flottiglia in rotta verso
Gaza nel tentativo di forzare il blocco imposto da Tel Aviv. Secondo le prime
ricostruzioni, le forze armate di Tel Aviv avrebbero cercato di prendere il
controllo delle imbarcazioni e l’assalto è finito nel peggiore dei modi. Una
carneficina che ci ha scioccato.

Lo sbarco dei feriti

 

L’esercito israeliano si difende, sostenendo di aver reagito dopo che i
soldati erano stati bersaglio di un attacco, anche con armi da fuoco, durante il
blitz condotto su una delle navi; gli attivisti invece negano questa
ricostruzione e assicurano di non aver sparato “un solo colpo”. Anche i
funzionari doganali del porto di Antalya, in Turchia, respingono le accuse circa
il fatto che la nave turca assaltata dalla marina di Tel Aviv trasportasse armi
oltre che aiuti umanitari diretti a Gaza.

Gli scontri si sono verificati solo su una delle sei imbarcazioni, la
“Marmara”, battente bandiera turca. Il convoglio di aiuti umanitari e di
attivisti stranieri era partito dalle acque internazionali a largo di Cipro,
sfidando il blocco israeliano di Gaza e gli avvertimenti israeliani. La flotta
di sei navi era guidata da un’imbarcazione con bandiera battente turca con 700
persone a bordo. Le navi nella serata di ieri sono state condotte presso i porti
israeliani di Haifa e Ashdod. Fallisi sarebbe stato arrestato dalle milizie
israeliane, essendosi rifiutato di rientrare in Italia. Il suo messaggio è stato
chiaro: “Da qui non mi muovo. Devo entrare a Gaza”.

La nostra solidarietà fraterna a Joe!

L’attacco israeliano è
un assalto sconvolgente…una risposta alle aperture per il processo di
pace pronunciate da Hamas negli ultimi giorni?

Chi fa la guerra ai popoli è il vero terrorista. Libertà per Joe e tutti gli attivisti ancora nelle carceri dei colonialisti
israeliani.

                                                                                                                                                              
                                  
EmpatiAnimale

AGGIORNAMENTI (da Repubblica on line) sul rilascio dei sequestrati

 


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